Facendo zapping sul televideo delle reti mediaset ho trovato un'intervista a Gianna Nannini sul nuovo album “Inno”. Per chi non avesse – non volesse guardare il televideo posto il link all'intervista (molto interessante) in cui Gianna parla dei pezzi dell'album
C'è però all'inizio una bella
dichiarazione d'amore nei confronti della figlia Penelope. Ed è
questa frase che mi ha colpito e che voglio condividere. Solitamente
si usa giustificare, soprattutto se si è donne, la scelta di avere o
non aver fatto figli o figlie. Molto spesso ci si chiede come si
possa mettere al mondo degli infelici, delle infelici. In un mondo
come questo? Dove si stanno perdendo i valori, le persone ti fanno
del male, sei a rischio povertà e tutta un'altra serie di calamità
sono pronte a rovesciarsi addosso a chi nasce, chi osa pensare a
riprodursi? Perché riprodursi significa pensare al futuro,
perpetuare il mondo. In qualche modo farlo sopravvivere.
Ma non si tratta solo di sopravvivenza.
A questo proposito Gianna Nannini dice “Ho messo al mondo Penelope
per cambiarlo, questo mondo. Non sono preoccupata". Quale più
grande atto di fiducia e di amore si può chiedere a una madre? Se
solo si dicesse questo ai propri figli e alle proprie figlie
soprattutto (visto che l'educazione al genere è ancora troppo
frequente) sono convinta che ci sentiremmo più autorizzate e
autorizzati a pensare che veramente possiamo cambiare il mondo.
Perché quando siamo giovani pensiamo
che possiamo cambiarlo e poi ci rimediamo a vivere sperando di essere
serene e sereni? “Non voglio la felicità, mi basta la serenità”
dicono molte persone. Ma cos'è la serenità? È il non cambiare mai,
il non tentare, il non fare per paura della sofferenza? Questa è
vita? Dobbiamo avere sempre la consapevolezza che il nostro stare nel
mondo lo cambia. Se facciamo qualcosa o non la facciamo, il mondo
cambia. Tocca a noi decidere come.
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