30/03/13

Le donne non sono sagge, le donne sono selvagge

Che giorni concitati questi per l'Italia !!!

Governo sì, governo no ... catastrofi all'orizzonte ... dubbi, incertezze, paure ...

Poi oggi all'ora di Napolitano se ne esce con la trovata dei saggi. Verso sera l'elenco. Non metto l'elenco dei nomi per rispetto a chi legge.

Caspiterina non ci sono donne!!! Ma come è possibile? Ora che le donne sono entrate in massa in Parlamento, ora che alla Presidenza della Camera c'è una gran donna, ora che entreranno donne nei consigli di amministrazione, ora che si pensa ad una Presidente della Repubblica Italiana ... Napolitano ci sorprende con un elenco tutto al maschile ...

Ma veramente è una sorpresa? Ma veramente ci teniamo a entrare in un sistema marcio?

Così ho pensato di riportare - visto che un paio di giorni fa è stato l'anniversario della morte - alcune frasi di Virginia Woolf da uno dei suoi libri più famosi, Le tre ghinee.

Negli anni Trenta, Virginia era pienamente consapevole che le donne stavano arrivando a un momento della storia in cui sarebbero riuscite a confluire nei cortei delle professioni. E scrive:

"Questo infatti dobbiamo domandarci senza indugi: abbiamo voglia di unirci a quel corteo, oppure no? A quali condizioni ci uniremo a esso? E, soprattutto, dove ci conduce il corteo degli uomini colti?"

Sapeva che l'esito non sarebbe stato inequivocabilmente buono.

"Dinnanzi a noi si apre il mondo della vita pubblica, con la sua ossessività, la sua invidia, la sua aggressività, la sua avidità".

Ecco, facciamoci queste domande. E sarà più semplice sopportare questa esclusione, anzi vederla come un motivo di orgoglio e come la possibilità di creare un mondo diverso, un mondo in cui si possa vivere con agio e in cui le relazioni siano libere e vere.

Queste sono scene meravigliose tratte dal film The Hours in cui viene narrato anche il suicidio di Virginia Woolf.



08/03/13

Resistenza [il coraggio una se lo può dare]

 

Nei giorni attorno all'8 marzo c'è un'enorme quantità di eventi sulle donne - quest'anno purtroppo si tende a parlare troppo [e male] di donna come vittima. Ho timore che si arriverà a pensare che se non muori allora non è violenza.  
Come ricercatrice che si occupa della storia delle donne oggi è toccato anche a me intervenire in un convegno. Ho deciso di condividere con voi la citazione finale, tratta da un articolo di Angiola Massucco Costa del 1960 "Il coraggio, uno se lo può dare". 

In questo articolo la Resistenza viene vista come fatto costante della storia, finché non si arrivi a un assetto giusto dei rapporti, dell'uso delle ricchezze e delle forze naturali, delle possibilità di fruire dei beni culturali. La resistenza si trova nell'opposizione alle ingiustizie operando per la libertà e il benessere di ogni persona. Massucco Costa scrive “i grandi fatti storici devono mutare nella coscienza nelle attitudini di pensiero e di azione prima di esplodere più o meno violente nei moti popolari. La storia è sempre in movimento e i cuori e le menti con essa. Nessuno ha il diritto di tenersi in disparte e dire: lasciamo fare a chi spetta. Spetta proprio a noi fare, e fare anche noi stessi, darci coraggio, ardore, pazienza, costanza.
Ma a fare cosa?
E come?
Bisogna cominciare col guardarsi attorno e domandarsi: va tutto bene?
Siamo rispettosi della personalità altrui e della nostra?
Siamo impegnati in un lavoro produttivo e siamo disposti a lottare perché esso ci sia dato se non ne disponiamo?
Ci interessiamo della cosa pubblica, siamo veramente cittadini di una repubblica fondata sul lavoro?
Siamo disposti a lottare contro la disoccupazione, le discriminazioni religiose, razziali, di sesso?
Siamo informati delle vie da seguire quando vogliamo elevare una protesta pubblica o presentare suggerimenti per modificare le leggi?
Ci muoviamo in qualche modo per opporci alle ingiustizie sociali?
Controlliamo che le libertà sociali, civili, politiche siano rispettate?”

Come avrete capito questo è anche un commento ai commenti dei risultati elettorali. Iniziamo da noi, sempre. Non deleghiamo mai la nostra felicità.