28/10/13

Pulizie di primavera

Ieri sono tornata da un viaggio in Australia lungo un mese.
Un viaggio in cui sono riuscita a mischiare lavoro e vacanza.
Un viaggio in cui per molto tempo sono stata da sola e da sola me lo sono costruita.
La prima cosa che ho pensato dopo aver svuotato lo zaino è stata: ne approfitto per fare il cambio degli armadi - che ormai è giunto il momento di mettere nei cassetti gli abitini estivi.
La seconda è stata: approfittiamo di questo momento di grazia creato dal viaggio per sbarazzarmi degli abiti che non metto più, quelli regalati e mai piaciuti, poco indossati, ormai inutili.

Lo stato di grazia creato dal viaggio con lo zaino in spalla è fondamentale: in quei momenti ti accorgi di quante cose superflue e inutili ci circondiamo.
Queste cose rendono pesanti e difficoltosi i nostri passi nel mondo.
Giunge il momento perciò di rimetterle in circolo e per noi di muoverci in modo più leggero, senza quegli impedimenti che molto spesso sono prima fisici e poi mentali.




Nel libro Vagabonding c'è questo elenco:
- una guida
- un paio di sandali
- articoli per l'igiene personale
- qualche medicinale essenziale
- crema protettiva
- tappi per le orecchie
- qualche piccolo regalo
- qualche cambio di vestiti semplici e funzionali
- un vestito elegante per le occasioni formali
- un coltello da tasca
- una torcia
- occhiali da sole
- zainetto resistente
- macchina fotografica
- scarpe comode e resistenti


In poche parole: il meno possibile. Punto e basta. Non che vestiti e scarpe non mi piacciano, anzi, ma arrivano certi momenti nella vita in cui bisogna far spazio ad altro (anche ad altri vestiti e scarpe). Creare degli spazi vuoti, avere il coraggio di voltare pagina, per far entrare qualcosa di nuovo.

Il viaggio all'inizio crea le condizioni del distacco fisico, poi però quando si ritorna cerchiamo di sfruttare questo distacco sul piano mentale.