- una donna o è puttana o è madonna (ancora nel 2013)
- una donna o è puttana o è madonna fin dalla nascita e così è e ci rimarrà per tutta la vita
- una donna se si concede (notare l'utilizzo del termine), lo fa per tenersi un uomo quindi i valori vanno bene solo se non disturbano quelli dell'uomo con cui sta
- se non gliela dai tu ci sarà sempre un'altra donna pronta a dargliela, quindi si fa la gara a chi arriva prima
- l'uomo è vincolato ai suoi istinti più bassi (il sesso non può essere un valore positivo, che innalza) solo perché è un uomo
- la donna “santa” non può cambiare idea, perché ci sono tante altre donne che credono in lei
- la donna “puttana” non può conoscere la sorellanza e l'amicizia femminile
Questo determinismo biologico mischiato
alle ideologie puritane più estreme fa sì che chi guarda le soap
opera rimanga ingabbiata (ma vale anche per gli uomini) in questa
dicotomia tra santa e puttana che è costruita culturalmente nella
storia occidentale e che ancora oggi ha potere sulle scelte di vita
di tante donne. Ma soprattutto in questo scegliere tra gliela do o
non gliela do viene escluso il piacere femminile. Come se l'atto
sessuale sia ridotto a una concessione che si fa all'uomo per non
farlo scappare dall'altra e non sia un'affermazione, una ricerca e
una delle possibilità per esprimere il proprio piacere. Ed è
incredibile che si stia – nei vari blog – con o contro Hope e
Steffy, che altro non sono che due personaggi che incarnano due tipi
di donne, e non contro una narrazione così sterile (termine scelto
apposta) del piacere femminile. Per il 2013 auguro a tutte le donne
di rivendicare il proprio piacere – a letto e fuori dal letto –
senza declinarlo in alcun modo in narrazioni che non ci appartengono.
Di prenderci del tempo per guardarci dentro, esplorarci, trovare i
nostri desideri e realizzarli.
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