In
questi giorni non sto molto bene. Fisicamente e psicologicamente.
Una
mia cara amica è in ospedale. Un'operazione difficile, una ripresa
che si preannuncia difficoltosa e non così lineare come ci si
aspettava o si sperava.
L'altro
giorno sono stata a trovarla in ospedale. Ciò che mi è rimasto più
addosso è stata la sensazione di fragilità.
Ed
è come se la sua fragilità abbia fatto emergere la mia. Non posso
dire che c'è un problema in particolare che mi fa star male in
questo periodo, ma è tutto un insieme di situazioni – sociali,
relazionali, lavorative – che cerco di tenere sotto controllo e che
poi ogni tanto esplodono.
Probabilmente
il mio corpo vedendo l'estrema fragilità del corpo della mia amica
ha capito che era il momento di inviarmi dei segnali. Così voglio
dare un altro significato alle quelle che spesso sono catalogate come
“malattie di stagione”. Perché sì certo chi non ha avuto un
semplice raffreddore in questi mesi? Chi non si sente un po' stanca,
debilitata, infreddolita, in questo periodo? Chi non avrebbe voglia
di andare lontano, di staccare la spina, di rendersi invisibile per
un po'? Chi non ha mai sofferto per una persona che non ti
concede/dona le attenzioni che vorresti?
Ciò
che mi fa riflettere in modo diverso, che mi spinge a cercare una
risposta più profonda al malessere di questi giorni è che il
raffreddore si accompagna a episodi di epistassi. Ho deciso quindi di
cercare il significato simbolico della perdita di sangue dal naso.
Partiamo
dal presupposto che ci sia una correlazione tra il sintomo e la causa
profonda di una malattia e che la possibilità di arrivare a queste
cause profonde possa dare il via ad un vero e proprio processo di
autoguarigione. In questo caso non è molto importante la gravità
della malattia, ma capire quanto il nostro corpo sia un alleato, uno
specchio, che ci rimanda all'esterno le nostre emozioni interiori –
nascoste, temute, profonde.
Un
altro presupposto fondamentale ci allontana dall'idea moderna del
corpo come macchina: ogni parte, ogni organo del corpo umano hanno un
ruolo preciso nel mantenimento, nell’adattamento e nella protezione
dell’intero organismo.
Conoscendo
la simbologia del corpo siamo in grado di decifrare meglio le
manifestazioni di squilibrio. In uno dei possibili significati
simbolici il naso rappresenta il fiuto. E fin
qui ci sta – quante volte associamo il naso al fiuto – quando si
parla di cani, per esempio, è naturale.
Vado
avanti. Si parla di difficoltà a respirare attraverso il naso. Le
mie sono difficoltà occasionali: legate al fatto di chiedersi se
siamo perfetti – non possiamo sopportare l'odore delle nostre
mancanze, delle nostre incompetenze, perché temiamo la critica o il
rifiuto.
In
questi giorni non ho solo difficoltà a respirare, ma un vero e
proprio raffreddore. Il raffreddore può essere la manifestazione di
una grande stanchezza che ci obbliga a un periodo di riposo, ma può
essere anche associato a confusione di pensiero: non si sa più dove
sbattere la testa. La cosa può riguardare il nostro lavoro, può
darsi che ci chiediamo: ce la farò a vivere con questo lavoro? Non
sarebbe meglio che lo lasciassi? È il momento buono? Non sarà
proprio questa, la soluzione? Tutto è confuso, non sappiamo che
pesci prendere.
Direi
che ci siamo.
Aggiungiamo
l'epistassi. Il sanguinamento dal naso rappresenta una perdita di
gioia nella nostra vita perché non ci sentiamo accettati così come
siamo. Nel mio sangue, il sangue esce esclusivamente dalla narice
destra, che per una destrimane, riguarda la dimensione affettiva,
legata al fatto di non sentirsi desiderati o abbastanza amati. [per i
mancini è il contrario]
Leggo
queste righe. Ci rido. Poi ci penso. Effettivamente non mi sembra
molto lontana dalla situazione che sto vivendo, dai pensieri che
faccio. Spero almeno di aver innescato il processo di autoguarigione.
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