20/03/12

Democrazia III ovvero quanto ci possono insegnare le culture indigene

Dopo aver parlato degli Stati Uniti e dell'Italia voglio condividere alcuni articoli della costituzione boliviana che danno l'idea di come un paese possa riconoscere nelle proprie differenze una fonte di meravigliosa ricchezza e di potenziale espressivo che difficilmente esiste in quelle che nel nostro immaginario sono le democrazie vere e proprie ...

http://www.asud.net/file/COSTITUZIONE_BOLIVIA_2008.pdf


il preambolo riconosce che lo stato politico si inscrive in quello fisico e nella storia delle persone "In tempi immemorabili si innalzarono montagne, si formarono fiumi e laghi. La nostra Amazzonia, il chaco, l'altipiano e le nostre pianure e valli si coprirono di verde e di fiori. Abbiamo popolato questa sacra Madre Terra con volti differenti, comprendendo la pluralità delle cose e la nostra diversità in quanto esseri umani e culture. In questo modo si sono formati i nostri popoli, e mai abbiamo compreso il razzismo che abbiamo sofferto sin dai tempi luttuosi della colonizzazione né mai lo comprenderemo".


TITOLO I
BASI FONDAMENTALI DELLO STATO

Articolo 2 Data l’esistenza precoloniale delle nazioni e popoli indigeni contadini originari, e il loro dominio ancestrale sul proprio territorio, si garantisce la loro autodeterminazione nella cornice dell’unità dello Stato, che consiste nel loro diritto all’autonomia, all’autogoverno, alla cultura, al riconoscimento delle loro istituzioni
e al consolidamento delle loro entità territoriali, in accordo con questa Costituzione e con la legge.

Articolo 3 La nazione boliviana è costituita dalla totalità delle boliviane e dei boliviani, dalle nazioni e popoli indigeni originari, contadini e dalle comunità interculturali e afroboliviane, che congiuntamente costituiscono il popolo boliviano.

Articolo 8 I. Lo Stato assume e promuove come principi etici e morali della società plurale: ama qhilla, ama llulla, ama suwa (non essere pigro, non essere bugiardo, non essere ladro), suma qamaña (vivere bene),
ñandereko (vita armoniosa), teko kavi (buona vita), ivi maraei (terra senza male) e qhapaj ñan (cammino o vita nobile).

II. lo Stato si regge sui valori di unità, uguaglianza, inclusione, dignità, libertà, solidarietà, reciprocità, rispetto,
complementarietà, armonia, trasparenza, equilibrio, uguaglianza di opportunità, equità sociale e di genere nella partecipazione; benessere comune, responsabilità, giustizia sociale, distribuzione e redistribuzione dei
prodotti e dei beni sociali per vivere bene.


2 commenti:

Massimo Caccia ha detto...

Veramente interessante! Gli stati che noi consideriamo periferici ci superano! Ma li hanno pagato col sangue la consapevolezza delle differenze.
Buona giornata
Bel blog.

Aurora Leigh ha detto...

Grazie Massimo :) mi sto districando tra questo mondo virtuale e il tuo appoggio è importante!!! ho voglia di condivedere ciò che non si conosce così facilmente, ma pare il giusto tributo anche per chi ha versato il proprio sangue per quegli ideali di giustizia e di libertà che oggi vengono agiti con un immaginario e una pratica differenti... :( ciao!!!