Proprio per questo motivo, aldilà
delle polemiche che leggo ovunque e che cresceranno in modo
esponenziale – voglio dare il mio contributo con un pensiero tratto
dal primo numero dei quaderni “Storia delle Marche in età
contemporanea” dell'Associazione di Storia Contemporanea
dell'Università di Macerata. Tra i vari saggi mi ha colpito quello
di Eleonora Marsili dedicato alla prima sindaca italiana – ADA
NATALI -.
Ada Natali fece parte anche della prima
legislatura e nella sua attività politica pose il problema della
tutela delle donne che diventavano madri. Ciò che mi interessa
condividere ora è il discorso tenuto il 16 marzo 1949 quando Ada
Natali espresse la propria volontà di votare contro il Patto
Atlantico. Non credeva alle parole del Governo che presentava il
Patto Atlantico con scopi pacifici: lo considerava invece un patto di
guerra che avrebbe sancito l'effettiva liquidazione dell'ONU, unica
organizzazione per la collaborazione internazionale e la
realizzazione della pace nel mondo.
“Signori, in nome delle donne da me
rappresentate, in nome di tutti i bambini, di tutti gli umili e i
semplici, non solo delle Marche ma di tutta Italia, io vi invito a
riflettere su quanto state per fare! Grande è la vostra
responsabilità; ascoltate il monito che a voi sale e da questi
banchi e da tutto il Paese! L'umanità è stanca di dolori e di odio;
non imbrancatevi in guerre fratricide; fate sì che il popolo
italiano tenda la sua mano ai popoli di tutto il mondo, e cooperate
alla felicità degli umili, dando pane, pace e lavoro! Ove questo voi
non facciate, noi ci opporremmo con tutte le nostre forze a che il
nostro Paese e gli altri paesi, ove si lavoro e si soffre, non siano
nuovamente devastati dalla vostra guerra inutile e criminale”.
Queste parole che oggi potremmo
applicare facilmente all'Unione Europea e a tutti i patti economici
dissodate dall'oscurità in cui stanno riposando possono costituire
una genealogia femminile utile alle donne che decidono di entrare
nelle istituzioni per cambiare questo modello di potere
individualistico e non relazionale che ci vendono come l'unico
possibile e praticabile.
2 commenti:
Mi unisco senza alcun dubbio a quanto sopra scritto! Ragione da vendere...Certo , si fa presto a dirlo, ma a farlo?
ciao Nella :) grazie per il commento! certo non è così semplice praticare un modello alternativo, soprattutto quando quello in cui viviamo è nello stesso tempo così opprimente ma così diffuso e sostenuto. Però io sono convinta che l'agio è alla nostra portata, se rafforziamo il filo rosso che unisce tutte queste voci nascoste nel tempo e nello spazio :)
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