Per chi fa ricerca come me è abbastanza pericoloso perdersi nella teoria dimenticando la pratica.
La pratica per me è la vita, perché ogni teoria viene prima o poi provata, consciamente o inconsciamente. E se è valida la teniamo, se non è valida la buttiamo. E magari ne sperimentiamo un'altra! Tuttavia molte persone rischiano di percepire come naturale ciò che è culturalmente costruito. Ma, appunto, essendo l'unica modalità conosciuta viene pensata e vissuta come l'unica possibile. Questa però è un'altra storia di cui parlerò in un altro post.
In questo post vorrei parlare di uno dei problemi della divergenza tra teoria e pratica sulla pelle delle donne! Molte donne che conosco e che hanno fanno parte del movimento neo-femminista degli anni 70 scrivono, dicono le peggio cose sul lavoro familiare. Addirittura ora gli uomini studiano la disuguaglianza delle coppie (sposate o conviventi) rispetto al lavoro familiare. E via con le stigmatizzazioni, le ricerche, le percentuali che fanno riflettere sulle nostre scelte e tentano anche di indirizzarle. Io non sono convinta infatti che questi studi si limitino a registrare i dati, ma indirizzano non tanto le politiche quanto chi legge i libri e poi cerca di cambiare gli equilibri della propria coppia o delle sue amiche ... Se sei una donna emancipata o fai tutto da sola sentendosi una wonderwoman, o ti rifiuti di fare i lavori di casa o paghi un'altra donna meno emancipata di te che ti sostituisca all'ultimo gradino della scala sociale.
Ecco questo è il punto: la scala sociale! Ossia il lavoro domestico non è riconosciuto - non è nemmeno nel Pil - quindi non dobbiamo riconoscerlo. "Studia così non farai la casalinga!" - "Studia così potrai permetterti qualcuno che faccia le faccende di casa al posto tuo"
Poi però la vita ti mostra che tante teorie poco servono! Ieri un'amica di mia mamma ha chiesto a mia zia di aiutarla nei lavori di casa. Si mettono d'accordo senza intercessione dei mariti o di altri uomini, sviluppano una solidarietà tra donne (contro tutte quelle idee che le donne non possono essere amiche) e quindi agiscono la propria libertà! E allora al diavolo tutte le teorie, tutte le ricerche e tutti i dati! La vita è ben altro. Io ho adorato questo momento e l'ho voluto condividere con voi, perché se veramente noi donne (e uomini) vogliamo liberarci dagli stereotipi uniamo teoria e pratica e buttiamo via le teorie inutili! La libertà che si agisce nella vita vera è molto, molto migliore di quella agita nei libri.